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papà si è rotto il giocattolo

Aggiornamento: 21 gen


l’uomo cammina nella casa, sa dove mettere le mani, con i suoi quattro sensi a disposizione.

avanza in cucina, dal mobile sopra il lavello prende un bicchiere.

è davanti al frigorifero lo apre, afferra una bottiglia con la quale riempie il vetro, poi ripone la bottiglia nel vano e con gesto rapido poggia il bicchiere sul tavolo, poi apre il secondo cassetto alla sua destra, acciuffa un sacchetto di plastica nel quale spalanca tutta la sua mano, portando fuori tre biscotti, pone il tutto su un piatto che ricava dal mobile sopra il lavello e si dirige nella stanza accanto, dove sua figlia gioca, il passo pesante dell’uomo non disturba la bambina, che continua a giocare.

l’uomo si ferma davanti la cesta dei giocattoli, ponendo su un tavolino di vimini il piatto con la merenda.

“papà si è rotto il giocattolo”, la voce della figlia interrompe il silenzio.

il padre che gli è accanto si accorge che un liquido le cola dalle mani.

“cos'è?” chiede.

“non lo so”, risponde la bambina.

il padre con la mano aperta le tratteggia prima il contorno della spalla, poi le prende la mano che s’intreccia con la sua, quasi a fare una pergola.

“cosa sono questi pezzi?” chiede.

la bambina si guarda prima il pollice poi l’anulare, volge lo sguardo al padre: “non lo so”, risponde.

il padre si aiuta con il braccio della figlia, si siede come gli antichi egizi, formando con il capo un triangolo, la sua mano è ancora nella mano di lei.

anche la voce ha lo stesso timbro di prima: "cosa sono queste due palline?”, chiede.

la bambina si allontana di un palmo, guarda i due piccoli globi, poi aggrotta le sopracciglia: “non lo so”, risponde.

il padre avverte nella voce di sua figlia un’agitazione che non gli piace, lo preoccupa.

si ravvicina e con le mani prova a rassicurarla scorrendo con le dita lungo il dorso, provando ad allentare l’incavo delle mani.

i palmi sono ricurvi e stringono qualcosa che non è facile comprendere al tatto, concentra le carezze al dorso che sente schiudersi lentamente.

la bambina si tinge di rosso come un pomodoro san marzano.

“a che ora passa zia camomilla?”, chiede.

il padre si stira la schiena, “è presto, ma dimmi c’è qualcosa che ti turba?”, chiede. “non lo so, ho solo voglia di zia camomilla!”, risponde sicura. “a quest’ora?”, chiede, di nuovo, il padre.

“uffa, me la merito”, risponde. “aspettiamo mamma”, suggerisce il padre.

“no, la voglio adesso, me la merito”, rafforza la bambina.

“e cosa avresti fatto di tanto speciale per meritartela a quest’ora?”

il padre scherza. la bambina tace.

“chissà perché mamma tarda ad arrivare?” si chiede il padre. non lo da a capire, ma è in pensiero per la moglie.

la bambina dà uno schiaffo a palmo aperto sulla mattonella che risuona nella stanza e nei nervi già tesi del padre.

“papà si è rotto il giocattolo.”, dice tutto di un fiato, di nuovo la bambina.

il padre fa un balzo in avanti: “quale giocattolo?”, chiede.

“quello…”, risponde la bambina.

il padre fa un lungo respiro come per allontanare un presentimento, avvicina la cesta dei giocattoli e inizia a toccarli uno a uno, per capire quale pezzo di stoffa, legno o plastica abbia procurato questo nervosismo alla bambina.

“questo?”, chiede, porgendole un orsacchiotto.

la bambina non risponde, il padre continua a toccare con il palmo della mano ogni giocattolo e chincaglieria venga fuori dalla cesta.

“stai tranquilla lo cureremo, e tornerà come era prima, ma devi aiutami a trovarlo”.

“è una bugia”, ammonisce la bambina.

il padre è disorientato conosce quella voce strozzata.

lascia cadere la stanza delle winx e con la mano cerca gli occhi di sua figlia.

“calmati e dimmi è quello che ti abbiamo regalato questa estate con la piscina e lo scivolo, che non volevi mai mettere a posto?”, chiede.

“no, è quello che metteva a posto tutti gli altri”, imbullona la bambina.




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Invitado
03 feb

particolare la tua scrittura

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